Il Mondo Delle Cose Senza Nome

Edito da Fazi nel 2004 e da Bompiani nel 2010, è stato tradotto in lingua tedesca dall’editore Kunstmann e ha ricevuto il Premio Anima 2005 per la Letteratura.

 

Andrea Rossi Besio intervistato da Milly Carlucci  in occasione della consegna del Premio Anima per la Letteratura a Il mondo delle cose senza nome 

 

Alla categoria dei libri necessari appartiene Il mondo delle cose senza nome di Daniela Rossi, psicologa e giornalista. La necessità del testo sta in quello che racconta e in come lo racconta. Ci vuole un gran coraggio a farlo senza toni patetici. Questo è il resoconto di una battaglia, redatto con la precisione e la durezza che si richiedono a questo particolare genere letterario. Un libro che tiene avvinti dalla prima all’ultima pagina.Giovanni Choukhadarian per Stilos

 

Accade raramente, in un libro, di trovare un piccolo miracolo: non solo di scrittura, ma di vita. Il mondo delle cose senza nome è uno di questi casi. E’ un’autentica rivelazione. Tra le pagine si intuiscono tutte le potenzialità di una scrittura che graffia la mente e addolcisce l’animo. Una storia dolce e crudele, reale, come possono essere certe favole che non trovano spazio nel nostro “ bestiario” quotidiano. A sorprendere, su tutto, non è la storia. E’ la scrittura a condurci, sin dalle prime righe, in un mondo tanto vicino a noi da diventare lontano. Il mondo dell’indifferenza, dell’uomo-macchina delle debolezze umane. Il mondo delle cose senza nome è un saggio, un romanzo, una fiaba su quella forza straordinaria e autentica che è la fragilità femminile. Le parole di Daniela Rossi sono scolpite nel marmo, si imprimono nella mente e nel cuore e ci catapultano nel piccolo mondo moderno dei valori, dell’essere. Vivi. E’ un romanzo che non ha le eco furberie della Mazzantini o della Tamaro ma la voce di un cuore che trova le sue parole nello stomaco. E lì ci getta, tra naufragi e approdi, di quella splendida favola, quell’atroce e straordinaria sorpresa che è la vita.     Gian Paolo Serino per Satisfiction

 

Ha impastato i ricordi per modellare il presente. Poi li ha rovesciati sulle pagine. Manciate di colori da guardare tutti d’un fiato, rapiti da tutte le emozioni che ti inghiottono. Una storia di gioia immensa e immenso dolore.     Rita Guidi per La Gazzetta di Parma

 

Un’avventura umana appassionante, dolcissima, a tratti dura. Una lettera d’amore intima, un dialogo coraggioso e sincero tra una madre e un figlio.    Milena Arnaldi per Il Secolo XIX

 

E’ il diario di una conquista, tanto che scatta immediato il paragone con il K2, la vetta inviolata ma alla fine raggiunta. E’ un quaderno di bordo lungo otto anni, quello di una mamma                     ( psicologa, giornalista, pittrice) che combatte per conquistare ciò che in genere gli altri bambini hanno : la dignità del linguaggio.   Alessandra Rota per La Repubblica

 

 Un diluvio di presenze, di pienezze e di capacità. Di amore, per dirla com’è. Una storia di esseri umani che si amano. Comunicare, ecco il cuore di questo racconto, la sua forza. Questo libro appassiona perché testimonia quanto sia lunga e ripida la strada della comprensione.   Paolo Fallai per Il Corriere della sera

 

Loretta Santini, Annarita Chierici, Annamaria Malato e Daniela Rossi sulla terrazza Caffarelli del Campidoglio in occasione dell’assegnazione del Premio Anima per la Letteratura a IL MONDO DELLE COSE SENZA NOME


IL MONDO DELLE COSE SENZA NOME è stato presentato

Alla Casa della Letteratura di Roma da Aldo Carotenuto, Maria Latella e Laura Rinella con letture di Anna Rita Chierici

Al Teatro Franco Parenti di Milano da Eliana Liotta con letture di Anna Rita Chierici

Al Teatro Oberdan di Milano da Michele Di Francesco , Gianna Schelotto, Mauro Mancia con letture di Anna Rita Chierici

Al Casino Sociale di Como da Soroptimist

Alla libreria del Porto Antico di Genova da Andrea Guglielmino Monica Lanfranco e Silvio Ferrari

In Campidoglio da Ileana Argentin, Antonio Cotura, Giueppe Gitti

Nella Sala del Gonfalone, Consiglio della Regione Toscana da Giuseppe Gitti

Al Golf Club di Luvinate dal Lions Club

Alla Libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano da Raffaele Crovi e Germano Manco

All’Istituto degli Innocenti di Firenze da Grazia Schelotto

Alla Banca Popolare di Chiavari dallo Zonta International Club

Al Golf Club di Sanremo dl Lions Club

 

IL MONDO DELLE COSE SENZA NOME A TEATRO E AL CINEMA

 

Nel 2007 l’attrice Anna Rita Chierici ( che per la riduzione teatrale ha vinto il Premio Anima nel 2008), lo ha portato in scena per la prima volta nel 2007 al Teatro dell’Opera di Roma. Regia di Nello Cioffi (nella sezione VIDEO del sito alcuni momenti dello spettacolo)

Un’interpretazione vibrante che propone agli spettatori una madre carnale e profonda. Forse per la sua bravura e la potenza del testo sarebbero bastati un riflettore e una quinta nera. Invece lo spettacolo prodotto dal Teatro dell’opera di Roma è molto di più. Quattro musicisti portano in scena la musicalità seducente e terribile del suono. I ballerini del teatro dell’Opera, con le coreografie di Riccardo Di Cosmo, offrono la levità del movimento e pause indispensabili alla commozione….Sopraffatti dalla banalità del nostro conformismo rimaniamo attoniti davanti a questo spettacolo, all’energia di Anna Rita Chierici e alla sua capacità di non concedere al suo personaggio nessuna scappatoia, nessun vezzo, nessuna smanceria, racconta la sua storia a ciglia asciutte, con una forza primitiva    ( Paolo Fallai per Il Corriere della Sera )

 

Nello stesso anni la RAI ha prodotto il film Tutti i rumori del mondo, tratto da Il mondo delle cose senza nome e interpretato da Elena Sofia Ricci, Gioele Dix e Stefano Pesce. Regia di Tiziana Aristarco

Quando ho letto il libro di Daniela Rossi in un primo momento ho temuto di non essere in grado di rendere le sue emozioni come lei le aveva scritte.  Il bambino che le nasce è per lei un regalo perché solo attraverso il rapporto con lui riuscirà a imparare cosa significa davvero ascoltare. Sono contenta che mi sia stata offerta la possibilità di far passare questo messaggio.  Elena Sofia Ricci intervistata per L’Avvenire